martedì 21 aprile 2009

Mal(um)ori

Leggevo ieri il Passaparola settimanale di Travaglio sul suo blog, dedicato questa volta al suo grande maestro Montanelli, di cui domani si festeggerà il centenario dalla nascita.

Per curiosità e piacere sono andato a rileggermi un'intervista rilasciata in Marzo 2001, pochi mesi prima di morire: tutti conoscono la straordinaria abilità che Montanelli aveva di sferrare attacchi micidiali con la classe e l'eleganza di un fiorettista, ma questo stralcio inquietante lo avevo rimosso:

"Veramente la scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo"

Il grande giornalista ebbe la conferma di quello che già predicava, con grande lungimiranza, nel '93, anno in cui fu cacciato dal suo stesso giornale proprio dall'imprenditore di Arcore per fatti ben noti. Su una cosa purtroppo ebbe torto, pesantemente torto:

"Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L'immunità che si ottiene col vaccino".

Travaglio dice che così è stato, ma che poi è sempre arrivata la disastrosa sinistra a fare da antidoto al vaccino.

Sarà.
Resta che personalmente ho l'impressione di essere sempre più debole, ogni giorno che passa. E comincio francamente a sentirmi morire.

martedì 14 aprile 2009

Cronaca Nera

Cerco di equilibrare, nel mio piccolo, gli spazi dedicati alla cronaca nera nazionale ed extracomunitaria (perchè ormai sono di due tipi differenti), dato che per leggere questa notizia sul sito del Corriere bisogna scendere parecchio in basso nella hp e su Repubblica sono troppo occupati a parlare del principe William che "frigge il motore".

Eppure non capisco.... è una notizia che dovrebbe far scena... per una volta tanto i BUONI hanno la meglio sui CATTIVI... bhò. Vallo a capire il giornalismo serio.


«Hai una macchina troppo vecchia»
Lo picchiano e gli fanno perdere un occhio
La vittima è un 30enne senegalese colpito da due italiani


Prima lo ha preso in giro perché guidava una vecchia auto, secondo lui un modello fuori moda. Poi lo ha colpito con una bottiglia al capo fino a romperla, accompagnando l'aggressione con insulti razzisti. Vittima dell'ultimo episodio di xenofobia fra Tor Bella Monaca e Casilino è stato lunedì notte un cittadino senegalese di 30 anni ora ricoverato in prognosi riservata in ospedale. L'uomo, curato dai medici del Policlinico di Tor Vergata, perde la vista da un occhio per i colpi ricevuti dall'aggressore, B.M., 20 anni, pregiudicato, arrestato dai carabinieri nella sua abitazione sempre a Tor Bella Monaca. Il giovane è accusato di lesioni gravissime, aggravate dall'odio razziale. Per lo stesso reato è stato denunciato un suo amico sedicenne, che ha partecipato all'aggressione.

L'AGGRESSIONE - Il senegalese è stato affrontato dai due fuori da un bar di via Casilina. Erano le due di notte. Spalleggiato dal minorenne e anche da altri giovani, B.M. ha iniziato a prendere in giro il trentenne. Alla reazione della vittima ne è nato un violento litigio, al culmine del quale il ragazzo ha afferrato una bottiglia e si è avventato sull'altro colpendolo più volte. Proprio in quel momento è intervenuto un avventore del bar che ha cercato di proteggere il senegalese ma il suo tentativo è fallito. Dopo la fuga dell'aggressore e dei suoi complici, la vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri. Più tardi gli investigatori della compagnia di Frascati e della stazione di Tor Bella Monaca hanno rintracciato B.M. a casa dove, nel corso di una perquisizione, è stata sequestrata anche la sua maglietta ancora sporca di sangue. Il ventenne è stato condotto nel carcere di Regina Coeli.

Rinaldo Frignani 14 aprile 2009



martedì 7 aprile 2009

Immota manet

Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti.
E se devo essere sincero io li tengo aperti in quella direzione il meno possibile.

Le possibilità per dare un contributo le trovate ad ogni angolo della rete, non sono quì certo a sollecitare coscienze.

Quando poi sarà il tempo delle polemiche, quelle vere, allora parleremo di come sia assurdo non costruire edifici antisismici in una zona come l'Abruzzo, che ha scosse di terremoto frequenti, data la sua posizione geografica. (la cartina delle zone sismiche la potete vedere quì). E parleremo di tante altre cose ancora più assurde.

Intanto, il mio inutile saluto e cordoglio al popolo abruzzese da questo piccolo blog: loro hanno la testa dura, supereranno anche questo.

giovedì 2 aprile 2009

Tracce di Cloro

Allacciandomi al precedente post, vi metto a conoscenza di un episodio strano avvenuto ieri sera in una zona periferica di Taranto e lo faccio attraverso le parole stesse di chi lo ha vissuto.

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Mercoledì 1 Aprile, presso il Centro Sociale Autogestito Cloro Rosso, doveva svolgersi lo spettacolo teatrale “Venticinquemila granelli di sabbia”, del noto attore tarantino Alessandro Langiu, vincitore del premio Annalisa Scafi 2004 e presentato in molti palcoscenici italiani.La rappresentazione narra il dramma ambientale della nostra città attraverso la storia di tre bambini che giocano in uno dei quartiere più martoriati: il rione Tamburi.
Tuttavia, nonostante la tematica di indubbio interesse e la presenza di oltre cento spettatori, non è stato possibile lo svolgimento di tale spettacolo a causa di un esplicito quanto inspiegabile divieto delle forze dell’ordine.
E non si è trattato di un pesce d’Aprile, nonostante la data potesse lasciar intendere uno scherzo, ma di un vero e proprio veto per uno spettacolo teatrale caratterizzato unicamente da un singolo attore il cui monologo esigeva soltanto un palcoscenico ed un microfono.
La questura di Taranto (che evidentemente ha fior di risorse e uomini di spendere) ha addirittura allertato il Comune, che si è presentato poco prima dello spettacolo (udite udite) nella persona dell’Assessore Pennuzzi e del Sindaco Stefàno, i quali hanno ribadito il diniego in quanto eravamo privi dei permessi necessari per lo svolgimento di tale manifestazione.
Non contenti, le nostre efficientissime forze dell’ordine hanno inviato un’auto in borghese che ha pattugliato per oltre tre ore il perimetro del Centro Sociale, filmando anziani, studenti e genitori con i bambini in fasce che entravano convinti di dover assistere ad uno spettacolo teatrale e che, invece, hanno assistito ad una farsa che rasenta la follia.
Tra l’altro, il noto e sempre imparziale quotidiano Taranto Sera, nel primo pomeriggio, aveva già segnalato la presunta irregolarità del nostro spettacolo, probabilmente limitandosi a pubblicare una velina della questura stessa.E così, dovendo tirare le somme della giornata, contiamo un articolo di giornale, un sindaco ed un’assessore che da Palazzo di Città si fiondano al Centro Sociale e un’auto della Digos che per tre ore ha pattugliato il perimetro di uno spazio autogestito che offre (ricordiamo) servizi a prezzi popolari quali una palestra, una biblioteca ed un laboratorio teatrale, oltre a partecipare in maniera attiva a lotte sindacali ed ambientali.
Il tutto, per un monologo di poco più di un’ora sull’inquinamento.Tutto questo mentre i criminali travestiti da amministratori che hanno prosciugato le casse comunali sono tutt’ora liberi di poter passeggiare impunemente per le vie del centro cittadino e mentre un’industriale venuto del nord avvelena, licenzia e mette in cassa integrazione senza alcun rispetto per qualsiasi norma giuridica e morale.
Ci si chiede, poi, perché i giovani di questa città hanno come unica soluzione l’emigrazione.

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E' evidente che ci sia qualcosa di singolare e antipatico in tutta questa vicenda.
La mancanza di un permesso non mobilita solitamente assessori, sindaci e pattuglie della Digos. E in questo modo mi permettono di pensare che forse se nel monologo si discuteva del problema della coltura della rapa in Europa nell'Ottocento probabilmente l'unico inconveniente sarebbe stato quello di svegliare qualche vecchietto a fine spettacolo.

Invito i lettori a liberarsi di EVENTUALI pregiudizi riguardo questi tipi di organizzazioni sociali e a valutare con obiettività il lavoro che essi svolgono, al di là degli orientamenti politici: una piccola dimostrazioe potete averla visitando il loro myspace all'indirizzo www.myspace.com/csoaclororosso