sabato 27 giugno 2009

Musica per le loro orecchie

A Matrix si parla di "Tormentoni estivi".

Ovviamente, in quelle rare volte in cui si decide di portare una forma d'arte in un programma di approfondimento, si sceglie la versione più commerciale possibile. Non sia mai che qualche spettatore cominci anche a pensare.

Dopo qualche minuto ho sentito queste parole:

"Ramazzotti è di sicuro il più grande cantante italiano. E in fondo il successo mondiale lo dimostra".


Fine della mia serata alla tivù. Durata: circa 4 minuti, quasi un record.
Tornerò solo a spolverarla, come faccio ormai da anni.

giovedì 25 giugno 2009

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Questo logo è la descrizione perfetta di quello che è ora il nostro Paese.


sabato 23 maggio 2009

BB (BlackBerry o BerluscaBerlusca)


Semplicemente meraviglioso.


(guardate il video in fondo alla pagina!)

lunedì 18 maggio 2009

La città è pure la stessa...

Qualche giorno fa, Bill Emmott, storico direttore dell'Economist, è stato intervistato da Repubblica. Proprio all'ultima risposta dice qualcosa di eloquente:

"se c'è una cosa che uno straniero fa fatica a capire dell'Italia è questa: il modo in cui Berlusconi può dire quello che vuole e nessuno si scandalizza"

Vaglielo a spiegare come stiamo messi veramente. Lui è inglese, non può giustamente capire, pur conoscendo benissimo il nostro Paese.

L'altro ieri, invece, il premio Nobel Josè Saramago pubblica addirittura sul suo blog personaleun articolo dal titolo:"Fino a quando, Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?" riprendendo la celeberrima frase che Cicerone rivolse al perfido Catilina.

Ora, il punto è: il tiranno, il dittatore, il monarca, il sovrano lo abbiamo trovato da tempo ormai.

Ma quando tocca a Cicerone?*
(soprattutto se il "nostro" Catilina fa la stessa fine dell'originale..)



* e soprattutto: chi sarebbe?!

venerdì 15 maggio 2009

martedì 21 aprile 2009

Mal(um)ori

Leggevo ieri il Passaparola settimanale di Travaglio sul suo blog, dedicato questa volta al suo grande maestro Montanelli, di cui domani si festeggerà il centenario dalla nascita.

Per curiosità e piacere sono andato a rileggermi un'intervista rilasciata in Marzo 2001, pochi mesi prima di morire: tutti conoscono la straordinaria abilità che Montanelli aveva di sferrare attacchi micidiali con la classe e l'eleganza di un fiorettista, ma questo stralcio inquietante lo avevo rimosso:

"Veramente la scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo"

Il grande giornalista ebbe la conferma di quello che già predicava, con grande lungimiranza, nel '93, anno in cui fu cacciato dal suo stesso giornale proprio dall'imprenditore di Arcore per fatti ben noti. Su una cosa purtroppo ebbe torto, pesantemente torto:

"Io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L'immunità che si ottiene col vaccino".

Travaglio dice che così è stato, ma che poi è sempre arrivata la disastrosa sinistra a fare da antidoto al vaccino.

Sarà.
Resta che personalmente ho l'impressione di essere sempre più debole, ogni giorno che passa. E comincio francamente a sentirmi morire.

martedì 14 aprile 2009

Cronaca Nera

Cerco di equilibrare, nel mio piccolo, gli spazi dedicati alla cronaca nera nazionale ed extracomunitaria (perchè ormai sono di due tipi differenti), dato che per leggere questa notizia sul sito del Corriere bisogna scendere parecchio in basso nella hp e su Repubblica sono troppo occupati a parlare del principe William che "frigge il motore".

Eppure non capisco.... è una notizia che dovrebbe far scena... per una volta tanto i BUONI hanno la meglio sui CATTIVI... bhò. Vallo a capire il giornalismo serio.


«Hai una macchina troppo vecchia»
Lo picchiano e gli fanno perdere un occhio
La vittima è un 30enne senegalese colpito da due italiani


Prima lo ha preso in giro perché guidava una vecchia auto, secondo lui un modello fuori moda. Poi lo ha colpito con una bottiglia al capo fino a romperla, accompagnando l'aggressione con insulti razzisti. Vittima dell'ultimo episodio di xenofobia fra Tor Bella Monaca e Casilino è stato lunedì notte un cittadino senegalese di 30 anni ora ricoverato in prognosi riservata in ospedale. L'uomo, curato dai medici del Policlinico di Tor Vergata, perde la vista da un occhio per i colpi ricevuti dall'aggressore, B.M., 20 anni, pregiudicato, arrestato dai carabinieri nella sua abitazione sempre a Tor Bella Monaca. Il giovane è accusato di lesioni gravissime, aggravate dall'odio razziale. Per lo stesso reato è stato denunciato un suo amico sedicenne, che ha partecipato all'aggressione.

L'AGGRESSIONE - Il senegalese è stato affrontato dai due fuori da un bar di via Casilina. Erano le due di notte. Spalleggiato dal minorenne e anche da altri giovani, B.M. ha iniziato a prendere in giro il trentenne. Alla reazione della vittima ne è nato un violento litigio, al culmine del quale il ragazzo ha afferrato una bottiglia e si è avventato sull'altro colpendolo più volte. Proprio in quel momento è intervenuto un avventore del bar che ha cercato di proteggere il senegalese ma il suo tentativo è fallito. Dopo la fuga dell'aggressore e dei suoi complici, la vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri. Più tardi gli investigatori della compagnia di Frascati e della stazione di Tor Bella Monaca hanno rintracciato B.M. a casa dove, nel corso di una perquisizione, è stata sequestrata anche la sua maglietta ancora sporca di sangue. Il ventenne è stato condotto nel carcere di Regina Coeli.

Rinaldo Frignani 14 aprile 2009



martedì 7 aprile 2009

Immota manet

Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti.
E se devo essere sincero io li tengo aperti in quella direzione il meno possibile.

Le possibilità per dare un contributo le trovate ad ogni angolo della rete, non sono quì certo a sollecitare coscienze.

Quando poi sarà il tempo delle polemiche, quelle vere, allora parleremo di come sia assurdo non costruire edifici antisismici in una zona come l'Abruzzo, che ha scosse di terremoto frequenti, data la sua posizione geografica. (la cartina delle zone sismiche la potete vedere quì). E parleremo di tante altre cose ancora più assurde.

Intanto, il mio inutile saluto e cordoglio al popolo abruzzese da questo piccolo blog: loro hanno la testa dura, supereranno anche questo.

giovedì 2 aprile 2009

Tracce di Cloro

Allacciandomi al precedente post, vi metto a conoscenza di un episodio strano avvenuto ieri sera in una zona periferica di Taranto e lo faccio attraverso le parole stesse di chi lo ha vissuto.

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Mercoledì 1 Aprile, presso il Centro Sociale Autogestito Cloro Rosso, doveva svolgersi lo spettacolo teatrale “Venticinquemila granelli di sabbia”, del noto attore tarantino Alessandro Langiu, vincitore del premio Annalisa Scafi 2004 e presentato in molti palcoscenici italiani.La rappresentazione narra il dramma ambientale della nostra città attraverso la storia di tre bambini che giocano in uno dei quartiere più martoriati: il rione Tamburi.
Tuttavia, nonostante la tematica di indubbio interesse e la presenza di oltre cento spettatori, non è stato possibile lo svolgimento di tale spettacolo a causa di un esplicito quanto inspiegabile divieto delle forze dell’ordine.
E non si è trattato di un pesce d’Aprile, nonostante la data potesse lasciar intendere uno scherzo, ma di un vero e proprio veto per uno spettacolo teatrale caratterizzato unicamente da un singolo attore il cui monologo esigeva soltanto un palcoscenico ed un microfono.
La questura di Taranto (che evidentemente ha fior di risorse e uomini di spendere) ha addirittura allertato il Comune, che si è presentato poco prima dello spettacolo (udite udite) nella persona dell’Assessore Pennuzzi e del Sindaco Stefàno, i quali hanno ribadito il diniego in quanto eravamo privi dei permessi necessari per lo svolgimento di tale manifestazione.
Non contenti, le nostre efficientissime forze dell’ordine hanno inviato un’auto in borghese che ha pattugliato per oltre tre ore il perimetro del Centro Sociale, filmando anziani, studenti e genitori con i bambini in fasce che entravano convinti di dover assistere ad uno spettacolo teatrale e che, invece, hanno assistito ad una farsa che rasenta la follia.
Tra l’altro, il noto e sempre imparziale quotidiano Taranto Sera, nel primo pomeriggio, aveva già segnalato la presunta irregolarità del nostro spettacolo, probabilmente limitandosi a pubblicare una velina della questura stessa.E così, dovendo tirare le somme della giornata, contiamo un articolo di giornale, un sindaco ed un’assessore che da Palazzo di Città si fiondano al Centro Sociale e un’auto della Digos che per tre ore ha pattugliato il perimetro di uno spazio autogestito che offre (ricordiamo) servizi a prezzi popolari quali una palestra, una biblioteca ed un laboratorio teatrale, oltre a partecipare in maniera attiva a lotte sindacali ed ambientali.
Il tutto, per un monologo di poco più di un’ora sull’inquinamento.Tutto questo mentre i criminali travestiti da amministratori che hanno prosciugato le casse comunali sono tutt’ora liberi di poter passeggiare impunemente per le vie del centro cittadino e mentre un’industriale venuto del nord avvelena, licenzia e mette in cassa integrazione senza alcun rispetto per qualsiasi norma giuridica e morale.
Ci si chiede, poi, perché i giovani di questa città hanno come unica soluzione l’emigrazione.

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E' evidente che ci sia qualcosa di singolare e antipatico in tutta questa vicenda.
La mancanza di un permesso non mobilita solitamente assessori, sindaci e pattuglie della Digos. E in questo modo mi permettono di pensare che forse se nel monologo si discuteva del problema della coltura della rapa in Europa nell'Ottocento probabilmente l'unico inconveniente sarebbe stato quello di svegliare qualche vecchietto a fine spettacolo.

Invito i lettori a liberarsi di EVENTUALI pregiudizi riguardo questi tipi di organizzazioni sociali e a valutare con obiettività il lavoro che essi svolgono, al di là degli orientamenti politici: una piccola dimostrazioe potete averla visitando il loro myspace all'indirizzo www.myspace.com/csoaclororosso

martedì 24 marzo 2009

Il pizzo di Taranto


Articolo tratto dal blog di Antonio Di Pietro. (per chi volesse leggere tutto)
Ovviamente è un tema che mi sta a cuore su una città dove quel cuore è nato e ha battuto per tanti anni.
Schieramento politico a parte, ringrazio pubblicamente il Sen. Di Pietro per lo spazio dedicato alla vicenda e, ovviamente, Carlo Vulpio.

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Pubblico un intervento di Carlo Vulpio, giornalista e candidato indipendente nelle liste dell'Italia dei Valori alle elezioni Europee del 6 e 7 giugno. Carlo è entrato in politica per rappresentare nelle istituzioni la voce libera dell'informazione, i cittadini ed i colleghi che credono in questo valore.

Testo dell'intervento


"Oggi vi raccontiamo una cosa che probabilmente, ancora per molto tempo, non leggerete su nessun giornale, che non ascolterete su nessuna televisione e su nessun canale radio. Vi parleremo di un fatto che, invece, una informazione libera e responsabile dovrebbe titolare a nove colonne sulle sue prime pagine o dovrebbe dare come prima notizia nei telegiornali e radiogiornali. Oggi noi vi parleremo di Taranto.Taranto, si è scoperto qualche tempo fa, è la città più inquinata d'Europa per emissioni industriali.

Taranto produce il novantadue per cento della diossina italiana.

Taranto è ammorbata da sostanze cancerogene teratogene come gli idrocarburi policiclici aromatici come il mercurio, l'arsenico, il piombo, tutte sostanze che vengono dalle sue principali industrie che non sono industrie di poco conto, ma sono industrie che si chiamano Ilva, la più grande acciaieria d'Europa, si chiamano Eni e la sua raffineria, che si chiamano Cementir, laddove si produce cemento. Queste tre industrie, che sono le più grandi, oltre che ammorbare Taranto e a contribuire in maniera pesante all'aumento dei tumori, delle malattie leucemiche, quindi ad uccidere i tarantini come mosche, non pagano l'Ici al comune di Taranto fin dal 1993, anno in cui l'imposta comunale sugli immobili venne istituita per Legge.L'Ilva, per esempio, ne paga solo una parte, circa tre milioni e mezzo, l'Eni non paga circa sette milioni di Ici ogni anno, la Edison, altra industria, non paga due milioni e duecentomila euro l'anno di Ici. Poi c'è la Cementir che non paga circa centomila euro l'anno, ma questa somma, rispetto alle altre, rischia soltanto di apparire una multa un pochino più salata. In quindici anni, fino al 2007, tutte queste industrie non hanno pagato complessivamente centosettantadue milioni di Ici fra imposte, interessi e sanzioni.

Questo significa che ogni tarantino ha pagato ottocentodieci euro a testa, quello che potremmo tranquillamente chiamare il “pizzo” che la città di Taranto ha pagato a questi, diciamo, nuovi Casalesi?Le cose sconvolgenti sono due: la prima che questa Ici non verrà più pagata per il suo ammontare perché dieci anni, dal 1993 al 2002, sono coperti dalla prescrizione, cioè di questi 172 milioni, all'incirca 120 milioni, non potranno più entrare nelle casse del comune di Taranto.La seconda cosa sconvolgente è che per la prima volta, dopo quarantotto anni, la nuova giunta comunale che si è insediata a Taranto diciotto mesi fa, anche per merito di un nuovo assessore, una signora che si chiama Fischetti ,che è un tecnico prestato alla politica proveniente dall'Agenzia delle entrate, ha disposto assieme al sindaco Stefàno un accertamento fiscale.

Ma ci viene da ridere, scusate, perché abbiamo scoperto che questa è la prima ispezione fiscale che ha subito l'acciaieria più grande d'Europa in cinquant'anni ed è la prima ispezione fiscale che hanno subito anche le altre industrie di cui stiamo parlando.Noi abbiamo anche scoperto che questo è accaduto per una ragione molto semplice: fino all'anno scorso, il servizio dell'Ici è stato appaltato a una società di Taranto che si chiama Emmegi s.r.l., che sta per Mimmo Greco, titolare di questa società, che simpaticamente a Taranto chiamano il papa. Questa società ha riscosso per conto del comune l'Ici. Come mai non ha fatto nessun controllo? Questa è una bella domanda che tutti dovremmo porci, perché intanto l'Ici è una tassa che si autocertifica, quindi cosa facevano queste industrie? Autocertificavano l'Ici che passavano alla società che aveva appaltato il servizio e che questa, a sua volta, girava pari pari al comune di Taranto.Mai nessun controllo e poi si scopre, per la prima volta, che vi è questo grande ammanco.
Un'altra cosa molto grave è che la città di Taranto è il comune che ha fatto registrare in tutta la storia d'Italia il più grande buco finanziario: ha dovuto dichiarare fallimento per l'astronomica cifra di un miliardo e duecento milioni di euro.Voi capite bene come, andando a scovare fatti come questo, si capisce un po' meglio perché un comune fallisca.Tutto questo è davvero allarmante, però noi abbiamo voluto dirvelo perché io, facendo il giornalista, ho scritto un'inchiesta su tutto questo, e sto aspettando, d'accordo col mio giornale, che l'inchiesta venga pubblicata. Non credo che ci saranno ragioni per non pubblicarla, però siccome l'interesse pubblico di questa cosa è molto alto e siccome questo servizio è già da tempo realizzato, è stata una bella idea quella di venire qui con Daniele, che in questo momento mi sta inquadrando e sta ascoltando le cose che io dico, sotto il cavallo della Rai, perché questo splendido esemplare di equino possa correre e sbizzarrirsi libero per i prati, come dovrebbe essere l'informazione pubblica, a cui tanto noi teniamo, compresi i nostri colleghi direttori dei telegiornali della Rai, Mediaset e di La7, che tutti quanti insieme potessimo un giorno raccontare al mondo com'è che Taranto, che è in Italia e in Europa, sia la città più inquinata d'Europa per emissioni industriali e com'è che soltanto a Taranto vi possa essere un quartiere come il Tamburi, chiamato il quartiere dei morti che camminano, perché l'esempio di un sobborgo industriale di una città sulla quale poi è sorta l'industria come neanche, forse, in Pakistan accade non è una mia battuta.Sono sicuro che questa storia la ascolterete nei telegiornali, la vedrete sui giornali e la sentirete anche in radio."