lunedì 23 giugno 2008

Euromisney

Gran caldo, terribile. A giudicare dal sudore non meno di 33-34 gradi. Asfalto rovente. Attesa alla fermata della navetta gratuita, una ogni 15 minuti, che non passano mai. Ressa per entrare sul pullman, inevitabilmente molti rimangono per terra. E' prevista solo una fermata intermedia prima dell'arrivo, su una grande strada di periferia dal traffico scorrevole e veloce: nei giorni normali. Spazio previsto poco più di 2 km, tempo impiegato 35 minuti. Automobili coprono ogni centimetro d'asfalto. Automobili parcheggiate più di un chilometro e mezzo prima del luogo da raggiungere, parcheggiate ovunque. Gente che preferisce continuare a piedi, forse si soffre meno. Famiglie, ragazzini, adulti, anche bimbi, piccolissimi bimbi. Tutti felici e sudati, molto sudati. Bisogna esserci, ad ogni costo. Pochi ritornano indietro, moltissimi, tutti, vanno avanti.
Da lontano si scorge di già, la gente è entusiasta. All'arrivo, dai finestrini di una navetta stracolma si vedono uomini buttati per terra, sull'erba, esausti per il forte caldo. Tanti, davvero tanti altri sulle scale che corrono, impazienti d'entrare. E MERAVIGLIARSI.

Non è un concerto di un grande gruppo rock degli anni '70 che ritorna per la sua unica tappa europea.
Non è una finale dei Mondiali di calcio.
Non è una grande manifestazione di protesta popolare contro la decisione di un governo.
Non è il comizio di un grande leader politico internazionale.

E' l'apertura di EUROMA 2, il più grande centro commerciale d'Italia.
Bè, forse d'Europa.

Io dovevo raggiungere il mio posto di lavoro. Mi sono fatto faticosamente strada. Con il sudore che si mischiava al senso di disgusto.



(foto: repubblica.it)

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