martedì 4 novembre 2008

Così, astrattamente

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?....Comincia a trascurare le scuole pubbliche, screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.

Pietro Calamandrei, 11 febbraio 1950

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Eppure, in un'altra ottica, anche la scuola pubblica è una possibile forma di dittatura... in quanto "scuola di Stato", veicola un'unica forma di informazione, un'unica tipologia di libri, con un messaggio omologato.

La scuola privata, con adeguati finanziamenti, potrebbe abbassare i costi per accedervi, e non essere più perciò elitaria, riservata a pochi... e dare a genitori e figli più libertà di scelta in tutti i sensi: dalla qualità del corpo docente e dei servizi, all'orientamento religioso ecc.

Beth

filu te ientu ha detto...

Sono d'accordo solo sull'orientamento religioso (da convinto sostenitore di una scuola pubblica laica, almeno quella... meglio di niente)

Per il resto:

stiam parlando della scuola pubblica di un paese (sulla carta) democratico. Condivido il fatto che i programmi delle scuole pubbliche vanno rivisti, ma fa parte di quella gigantesca riforma culturale di cui l'istruzione italiana (e di conseguenza il Paese) necessita ormai da tempo. Da quì a dire che una scuola pubblica di un paese democratico può essere "scuola di Stato" in quanto veicolatrice d'informazione ce ne vuole.

Per quanto riguarda la privata, credo che il nostro Paese non sia in ogni caso pronto, culturalmente, ad un eventuale sistema simile. E poi, francamente, non è difficle immaginare che in uno scenario del genere io, operaio, potrei mandare mio figlio solo al Liceo Masaniello di Taranto e l'ammistratore delegato di una grande azienda, può far studiare la figlia al Liceo Sandro Bondi di Firenze. Nel mondo abbiam bisogno di ridurla la differenza tra le classi sociali, non di aumentarla.

Ti ringrazio comunque per l'apprezzatissimo commento.

Anonimo ha detto...

Ribadisco quanto ho scritto: con adeguati finanziamenti, la scuola privata potrebbe addassare enormemente le rette, arrivando in certi casi ad avere costi non superiori a quella pubblica (che non è che te la regalino: emblematico il caso della bimba che telefonò ai carabinieri in quanto i genitori non potevano sostenere le spese necessarie, e il comando fece una colletta per aiutarla). E' proprio questo ciò che auspico: una scuola "privata" che arrivi ad essere accessibile anche all'operaio, includendo il materiale didattico già nei costi senza che sia esso in più, ecc.

Per il resto, non ho detto che la scuola pubblica è una scuola "di stato" (o meglio l'ho detto a livello terminologico, ma ho espresso male il senso che volevo dare, sorry)... non posso dirlo, in quanto alla mia attuale età e senza figli, non posso certo dire di sapere com'è oggi la scuola pubblica. Posso dire che quando ero bambina io, i libri erano tutti di parte, dal primo all'ultimo, ed il loro contenuto era imposto. Non importava quale venisse scelto ed adottato da un professore: cambiava la rilegatura, ma il contenuto seguiva semprelo stesso orientamento. Se è ancora così, non dico che la scuola sia "di stato" nel senso che poteva sembrare dalle mie parole... dico semplicemente che corre un maggiore rischio di diventarlo rispetto alla scuola privata. Monopolio e libera concorrenza insegnano.

Beth

filu te ientu ha detto...

Perdonami: tralasciando il fatto che la storia raccontata non è mai obiettiva ma andrà sempre interpretata (così come le materie ad essa legate: filosofia, economia, letteratura, etc.) e che quindi probabilmente non troverai mai il libro perfetto, la mia domanda è: credi che la scelta di una scuola, di un prof, ti possa garantire l'assoluta mancanza di un orientamento? Te lo vedi (in Italia, almeno, perchè conosco il mio Paese) il figlio dell'assessore della Sinista Arcobaleno andare a studiare in quella scuola dove il professore di italiano è davvero in gamba ma candidato nel Pdl? No, impossibile.
E ti dirò di più: sempre considerando la nostra cultura, il docente di una scuola privata si sentirebbe tutto il diritto di veicolare il programma a suo piacimento. Lo fanno anche ora i furbetti, ma hanno quanto meno un minimo di controllo o di programma nazionale da seguire. E non è neanche difficile immaginare che se già ora ci sono le scuole considerate "di destra" o "di sinistra", immagina con quelle solo private.

Purtroppo siamo nel Paese in cui neanche la libera concorrenza riesce a funzionare, dove l'Antitrust ha da lavorare tanto per evitare quotidiani inciuci.

Anonimo ha detto...

Appunto... in una scuola privata, anche un genitore desideroso di impartire al proprio figlio un insegnamento di parte, potrà cercare di orientarsi nella scelta anche su questa base.

Proprio perché come dici tu, la neutralità assoluta difficilmente esiste, e quando la si trova, ammettiamolo pure, rischia di essere noiosa ;-)

Scherzi a parte, per mio figlio vorrei un insegnamento neutro finché è bambino, e mano a mano trasmettergli io il mio pensiero, senza imporglielo... desidero comunque che almeno finché è piccolo, non sia un estraneo a cercare di trasmetterglielo.

Poi quando sarà grande, sarà libero di avere i propri miti ideologici, politici, culturali proprio come adesso li ho io.

Ma se invece questa neutralità per la sua infanzia non posso trovarla, allora vorrei la libertà di scegliere una scuola del mio orientamento. Sappiamo poi che ogni figlio cresce seguendo od odiando il pensiero che gli è stato offerto a seconda dell'indole, né tutti finiscono per ribellione con l'odiarlo, né tutti lo ereditano.

Beth

filu te ientu ha detto...

Non sono un pessimista: è che credo sinceramente che il discorso dell'insegnamento puramente neutro non sarà ad ogni modo mai realizzabile, pur avendo l'identico tuo desiderio.

Allacciandomi a quanto detto prima, per ora mi basterebbe non avere l'ora di religione obbligatoria a scuola, ad esempio.
Sai bene che dare la possibilità a qualcuno di NON seguirla è differente dal non averla proprio in programma, specie se quel qualcuno è un bambino in crescita che fa parte di un gruppo sociale, di una classe. Ma quì entriamo in un altro discorso altrettanto serio e complesso: mi fermo a questa battuta altrimenti parlerei per ore!

Rinnovo comunque i ringraziamenti per l'interessante scambio di idee!
- non sono abituato ad essere letto!:-) -

Anonimo ha detto...

Grazie a te per l'interessante scambio di vedute.

Ps: evito di precisare che sono tentata di non battezzare il mio eventuale bambino fino a che non sarà lui a decidere il da farsi... ops! L'ho detto. Comunque vedremo, ne parlerò con l'altrettanto eventuale padre se arriverà il momento ;-)

Beth