giovedì 6 marzo 2008

Fino a disperdersi

Di certo non è poca cosa quel fascio di luce che sale dal fondo e che sbatte sui muri altezzosi di un tempio di un tempo solenne.
Incrocia le note di un arco banale, forse, ma ben accordato ed insieme mi tengono chiuso in un angolo nuovo dove il tempo e l'orgoglio son fermi, dove forse una statua può muoversi, un ricordo dipingersi.

L'occhio distratto da ciò che circonda il mio angolo, dal marmo scolpito da mani in fondo un po' folli, da capelli tenuti raccolti dietro la schiena che incorniciano un viso che abbaglia più dello scatto, un bimbo col giusto rispetto per ciò che c'è intorno che trova un motivo di gioia su e giù da un gradone.

Ma racchiuso nel vertice stretto mi tengo, attento, distante da tutto, coi piedi a riposo, vicini e incrociati, coi gomiti sporchi e già indolenziti.

Ed è l'unica parte del piano in cui la mia mente riesce a farmi notare che non è poca cosa quel fascio di luce che sale dal fondo.


Firenze, Piazza della Signoria, 28/08/07



Avevo promesso a me stesso che in questo blog avrei riportato pochissimo della mia vita personale, che mi sarei limitato ad esprimere opinioni sui fatti del giorno. Una specie di Paolo Liguori, ma meno fazioso e zerbino. Ma di promesse a me stesso, nel corso degli anni, ne ho fatte tante e mantenute poche.

Ho ritrovato per caso il passo riportato quì in alto, trascritto sul foglio di un block notes mezzo distrutto dall'atteggiamento trasandato che si assume quando ci si ritrova a camminare per ore tra l'asfalto ed il cemento di una città affossata ed in apnea nell'umidità, sotto un sole al massimo della forma, con l'entusiasmo sotto i piedi dolenti perchè non si riesce a trovare un tetto adeguato sotto il quale dormire, con l'acqua buttata in testa per non impazzire.
Per me, che ne sono l'autore, è facile ritrovare all'interno di quelle righe il senso di disagio che stavo vivendo in quelle giornate. Così com'è ancor più facile scavare al di sotto di esse e rivivere la sensazione di serenità vissuta proprio in quei pochi minuti in cui ho scritto.
Ero seduto sui gradini della Loggia, nel punto più lontano dall'opera principale del Gianbologna. Non un caso, forse.

Volevo inserire qualcosa di serio nel blog, ma la verità è che in questo ultimissimi giorni mi sento 5 centimetri sollevato dal suolo, giusto lo spazio che mi permette di rimanere distaccato dalla Terra che nel frattempo non smette certo di girare su se stessa. Se il nostro pianeta non fosse come "un grande navilio"* potrei arrivare in mezza giornata dall'altra parte abitata e fare viaggi gratuiti in barba anche alle compagnie aeree più economiche. Peccato.
Qualcuno potrebbe pensare che quei 5 centimetri si realizzano sotto la stessa forza che ha portato Scamarcio (Riccardo, non Piero, purtroppo) e rispettiva consortina fighetta a stare addirittura 3 metri all'interno della stratosfera (il titolo io l'ho sempre inteso così, cioè tre metri al di sopra della troposfera).

No. Il mio è disinteresse.
Sicuramente (e lo spero) tra qualche giorno inizierò a dare la mia opinioni su questa fasulla campagna elettorale, scriverò un blog su Ferrara (Giuliano, non il capoluogo di provincia, purtroppo) come ho promesso ad un mio amico nonchè fornitore di cibo ufficiale delle mie pause pranzo, giustificherò le mie intenzioni di non voto, parlerò della "Capitale" novità sul mio futuro, darò i miei voti a tutto il nuovo materiale musicale che in questi giorni sto ascoltando. E forse lo farò già da domani, chissà.

Ma oggi non ne ho voglia.
E benchè le paure che mi soffocavano più del caldo in quel finale della scorsa estate fossero molto differenti da quelle che vivo ora, sarebbe bello scoprire per caso un nuovo angolino in cui potermi sentire sereno per qualche minuto. Ammirando ciò che riempie lo spazio a me circostante.

In quel 28 agosto un'altra persona lontana da me passava il giorno del suo compleanno in compagnia della sua solitudine. Aveva bisogno di sorridere e non lo sapevo.
Come potevo immaginare.
Come poteva immaginare.

Di acqua sotto i ponti delle due città ne è passata tanta ed è ha proseguito per la stessa direzione:
a mare.

E' arrivata a incontrarsi e a mescolarsi.

Fino a disperdersi.



* citazione di G. G., il pisano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Forse non ti ho mai detto di quanto Firenze sia bella di notte...
Come una donna che dorme nel buio e che veste soltanto un contorno di luce invadente...
Dall'Arno ti rubo un giallo riflesso che sa di calore: occhi chiusi, un Desiderio... Ed ora ti basta un soffio leggero...
BUON COMPLEANNO!

(c) Filu te ientu - 28Ago2007