martedì 15 aprile 2008

Buona visione

Come spesso mi accade, dinanzi ad eventi di questo genere i pensieri nella mia testa sballottolano come centinaia di pallina dentro un solo flipper: mente piatta come il piano sul quale viaggiano, leggermente inclinato verso il basso, due piccolisime levette cercano di indirizzarle alla meno peggio, aspettando il tilt. In fondo, sono figlio degli anni '80.

Sono andato a letto tardi ieri sera, anzi, la notte scorsa. Un ragazzo di 20 anni aveva bisogno di svuotare qualche goccia della tanta rabbia di chi per la prima volta si appresta a votare alle politiche e che ora non è rappresentato in parlamento. Al mattino, un messaggio mi ha riportato alla realtà.

Lui ha vinto, nessuno si stupisce. Certo, nessuno si aspettava un simile successo. E come il fair-play prevede, i miei complimenti al vincitore. E' riuscito a vincere per la terza volta, dopotutto, mica una cosa semplice.

O forse si?
Dopotutto siamo in Italia.

Personalmente non mi stupisce neanche lo strepitoso successo della Lega Nord. Sono rozzi, volgari, gretti, ignoranti, violenti, razzisti, incapaci e talvolta anche stupidi, ma hanno fatto in questi anni l'unica cosa che dovrebbe competere sempre ad un partito: stare vicino alla gente.

I cittadini del nord Italia nella Lega ritrovano la soluzione nelle loro paure: l'immigrazione clandestina (che al settentrione raggiunge i livelli più alti), le tasse troppo alte (anche se in fondo non è così, ma per loro lo è sempre stato), Malpensa, il caro vita. E la Lega risponde manifestando con loro nelle piazze, appoggiando le proteste dei lavoratori, grugnendo contro il potere centralizzato. Un 8,3% potrebbe risultare addirittura stretto, se si considera il particolare momento storico dell'Italia. Non a caso nel nord-est raggiunge punte del 42-43%.

Hanno fatto quello che tutti dovrebbero fare, quello che un PARTITO dovrebbe fare. Come non dare ragione a Maroni quando dice che loro non sono nè di destra nè di sinistra ma semplicemente un partito territoriale che risponde alle esigenze del territorio stesso? Hanno bruciato i tricolori, fatto passare dei maiali su futuri luoghi di culto islamici, insultato istituzioni, minacciato guerre civili, offeso frequentemente gli abitanti del centro-sud, sfiorato ripercussioni gravissime grazie ad una t-shirt indossata in tv da un elegante ministro, creato leggi "porcate", inneggiato alle armi. Ma ora sono lì, al potere. Saranno seduti in parlamento in gran massa, faranno sedere qualche maiale sui seggi quando mancheranno Borghezio o Calderoli impegnati in qualche manifestazione "culturale", e nessuno si accorgerà dell'inganno.

Saranno seduti all'estrema destra dei presidenti delle Camere. Ed esattamente di fronte a loro, dall'altra parte dell'aula, per la prima volta nella storia, non ci sarà NESSUNO a rappresentare la Sinistra italiana. Che di difetti ne ha sempre avuti tanti, ma non è mai mancata di coerenza.

Ancor di più l'ultima, quella che aveva coraggiosamente (e finalmente) cancellato quel vecchio e fastidioso simbolo di due arnesi incrociati, snobbata da un partito dichiarato nuovo ma che puzzava di vecchio già sul nascere, accusata di essere stata la spina nel fianco della precedente legislatura caduta, poi, per una colpo di croce al centro, che si è battuta per le sue idee fino all'ultimo ma che per rispetto del patto di governo ha tenuto in piedi la baracca.

Non è il fatto storico che inquieta, non è la mancanza di comunisti e socialisti che preoccupa.

Ma la paura che alcuni temi in questo nuovo parlamento totalmente di centro-centrodestra non vengano neanche sfiorati. Io rabbrividisco al pensiero.

Sia chiaro: la sinistra italiana doveva fare quello che ha fatto le Lega e non lo ha fatto. Ha preferito i salottini di Vespa alle fabbriche. Era fatta da gente con belle facce e poco sangue nelle vene, con moderne idee e poco carisma, guidata dall'ultimo signore della politica italiana. Era rimasto l'unico, dopo che il suo opposto di AN ha deciso di svendersi al Mercante come una camicia nera di lino agli ultimi giorni di saldi estivi. Ora si è fatto da parte, dopo essersi preso tutte il peso del nuovo progetto prima delle elezioni e tutta la pesantissima responsabilità all'indomani del disastro.

Evviva il bipolarismo, allora.
Evviva il VOTO UTILE.
E soprattutto GRAZIE Partito Democratico.
Grazie per la ventata d'aria nuova che puzzava di fritto McDonald, per le facce sveglie, giovanili e convincenti, per le idee tanto innovative quanto deboli, per la bellezza del simbolo stampato sul pullman. E grazie a chi c'è dentro sotto un'altra veste, gli stessi che sono riusciti a fare il peggio possibile in soli 2 anni, così maledettamente incapaci da impedire anche questo ritorno. Su di voi ci vorrebbe un post totalmente dedicato, ma oggi sono troppo di cattivo umore per darvi considerazione.

Prepariamoci a questi nuovi 5 anni di Buon Governo. I presupposti sono buoni: il ritorno di Tremonti e Stanca ai rispettivi ministeri, le promesse di rivoluzionare il paese già al primo Consiglio dei Ministri, l'incontro con un grande leader mondiale già nella prossima settimana, l'energia nucleare e la legge sul federalismo fiscale già nei cassetti della scrivania di Bossi.

Ora però, godetevi la sua festa. Al Pantheon, questo pomeriggio.

Che se non avesse già il mausoleo pronto ad Arcore, si farebbe seppellire lì alla sua morte, tra qualche secolo.

Lunga vita al Re.
Ora avete tutto, sire: il potere consolidato, il successo, gli alleati giusti, i servi migliori.

A noi non resta che sederci davanti ad una tv senza telecomando: e buona visione a tutti.


p.s.: Nichi, hai ragione quando dici che "il Novecento vi è crollato addosso". Ora è tutto più difficile. Ma avremo bisogno di un sovversivo, pericoloso, estremista e diverso come te. Di gente per bene, in Italia, ne abbiamo fin troppi.

2 commenti:

SdR ha detto...

Premesso che come sempre mi trovo di fronte a dei post scritti benissimo, ad un pensiero pensato, ad una persona stupenda, non sono ovviamente d'accordo con il tuo quadro della situazione, che mi sembra un po' troppo parziale.

Conosci bene la mia delusione personale, quindi parliamo solo dell'interpretazione di un dato socio-culturale.
1.In parlamento non sono rappresentati gli estremismi. Non sono rappresentati i partiti IDEALISTICI.
Sembra che gli Italiani (nome di popolo, cacchio, maiuscolo!!!) non credano più che gli ideali possano fare politica, ovvero possano concretamente portare il Paese da qualche parte.
Gli ideali sono ideali. In parlamento solo schieramenti moderati, che con gli ideal-tipi non si sposano, ma si fidanzano. Poi se va bene, tanto meglio.
Io sono una delle Italiane che non si sente raprpesentata da nessun ideale perché ho un ventaglio di ideali che spaziano dalle camicie nere a quelle rosse, passando per tutti i colori. Quindi mi sembra che queste votazioni abbiano dato prova di un popolo evoluto da questo punto di vista. Che non è più fanciullo. Che ha capito che gli ideali/sentimentalismi servono a ben altro.
1.A La Lega non è estremista, ma di territorio. Ed è drammaticamente vero tutto quanto scrivi tu.
2. Gli Italiani si sono stancati di n partitucci politici piccoli e non-rappresentativi. Per cui abbiamo alla fine pochi grandi partiti. Anche questo è un segno positivo: voglia di andare avanti INSIEME.
3. Tutto questo non toglie che abbiano (ripeto ABBIANO) votato PDL.
E su questo 5 minuti di silenzio.
Io penso al mio futuro. Magari sognando un altro Paese (dove la maiuscola non mi disturberebbe troppo).

filu te ientu ha detto...

Hai ragione, il mio commento è un po' troppo fazioso. Colpa della rabbia, della delusione, dell'incredulità, dello sbigottimento dinanzi a tanta cecità di un popolo.
Ho avuto così tanta fretta da non citare neanche l'esclusione della destra, e non parlo di quella estrema.

Mi sta bene pensare che gli ideali non facciano più parte della politica, posso rassegnarmi a questa idea. Ma allora che non vengano più a parlarmi di destra e di sinistra. Perchè le parole, tu sai, hanno un valore. E quelle due parole, in particolare, hanno anche due grandissime storie.

Un'ultima cosa: sono sempre stato contro il bipolarismo all'americana, quello che da ieri abbiamo raggiunto anche noi. Ma nello stesso tempo anche io contrario ai partiti infinitamente piccoli creati, spesso, per interessi personali, non ultimi di natura economica. Ma uno sbarramento dell'8% al Senato significa non rappresentare, all'incirca, 2 milioni e mezzo di voti. Ed in un paese come l'Italia, dove gli schieramenti in realtà sono 3 considerando il centro, mi sembra davvero eccessivo. Ma io sono un romantico che crede ancora che la stabilità di un governo la si ottiene col voto pensato, non di "squadra" o di partito. Quest'ultima parte, quindi, non considerarla.