martedì 16 settembre 2008

Quale sarà la prossima?

Qualche anno fa, decisi di cominciare la raccolta d'inserti in regalo con un quotidiano nazionale (non ricordo quale) che trattavano di borsa, finanza e mondo dell'economia in generale. Volevo finalmente iniziare a sapere qualcosa di quel mondo a me sconosciuto, ero sinceramente stanco di ascoltare Paolo Trombin al Tg5 e non capire il significato di quelle percentuali così pericolosamente basse o alte.
Mi fermai alla seconda uscita, dopo che non avevo finito di leggere neanche il primo fascicolo per intero. Capii che non era per me, non ce la faccio. Dopotutto c'è chi "non distingue Zenyatta Mondatta da Ummagumma" per citare il Capa nazional-pugliese, o chi non sa distinguere un tamburello salentino da una tammorra, perchè mai io dovrei capirci qualcosa di macroeconomia? Certo, di sicuro ha a che fare con la mia vita di cittadino del pianeta, ma quando nel momento stesso in cui controlli se ti hanno versato lo stipendio ne prendi quasi la metà e la versi per l'affitto di una sola camera, sinceramente il mio primo pensiero non è per l'indice Mibtel.

Ergo, da ignorante in materia non riesco a capire a fondo la tragedia della Lehman Brothers.

Però, sinceramente non riesco a non ammettere che mentre leggo le notizie ed i racconti dei broker neodisoccupati un sorriso beffardo si manifesta sotto il baffo. Ciò che mi rallenta l'euforia è la consapevolezza che tanti lavoratori di "contorno" (camerieri, addetti alle pulizie, semplici segretari) vivono lo stesso dramma senza mai aver goduto di altro.
Non ne capisco nulla, ma non è difficile intuire che l'avidità dell'uomo occidentale gioca sempre la sua grossa parte. E me ne rattristo molto.

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