In Italia, si sa, informarsi è cosa ormai davvero difficile.
Ricorderete senz'altro la questione della Tav nel Piemonte e le difficili giornate di tensione vissute in Val di Susa qualche tempo fa. Uno di quei classici argomenti che agli inizi vengono tenuti nascosti perchè non se ne deve parlare, poi qualcuno ha il coraggio di presentarlo in maniera approfondita all'opinione pubblica ed allora vanno tutti dietro a sfruttare la scia del successo, della moda. E poi di colpo, silenzio.
So perfettamente che non si può parlare sempre delle stesse cose sui telegiornali per giorni interi, non si può scrivere degli stessi argomenti sulla carta stampata se prima non ci sono delle novità di rilievo. Ma preferisco di gran lunga non essere aggiornato piuttosto che leggere notizie che poi si rivelano vergognosamente false.
Alessandra Mangiarotti, perfetta esponente di quella neo categoria di giornalisti italiani dedita alla disinformazione ed anteposta a quella precedente ed ormai scomparsa alla quale appartenevano Biagi e Montanelli, ha scritto qualche giorno fa un articolo per il Corriere (si badi bene, non il notiziario del vostro quartiere) in cui riportava dichiarazioni di alcuni sindaci dei paesi in prima linea nella lotta contro la Torino-Lione. Non sono riuscito a cercare in rete l'articolo integrale, ma vi riporto quello che mi ha fatto scoprire questa buffonata, trovato su tgcom.it (si sa che all'idiozia e all'incopetenza è difficile mettere un freno):
No Tav,dietrofront dei manifestanti
"Basta marce, quel treno porta lavoro"
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo399275.shtml
L'articolo mi ha subito insospettito.
Così sono andato sul sito del Comitato No-Tav, dove ho trovato quello che volevo, sapevo ed un po' temevo di trovare:
Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana bassa Val di Susa e Val Cenischia smentisce l’articolo. «La giornalista che l’ha scritto ha fatto una personale ricostruzione delle mie parola. Di parte direi, e con un obiettivo ben specifico – dice – Ho risposto a domande precise, come quella in cui mi si chiedeva se fossero previste altre manifestazioni in Valle alla quale ho risposto che al momento non sapremmo come e contro chi manifestare perché stiamo cercando di fare emergere, dal confronto con l’Osservatorio, quelle che sono le nostre osservazioni e la nostra contrarietà a quest’opera. È esattamente quello stiamo facendo all’interno di un tavolo di confronto. Sulle questioni tecniche ho detto poi che noi siamo d’accordo al potenziamento della linea storica, al nodo di Torino, e che il tunnel non è la priorità, se ne discuterà nei prossimi 10-15 anni. La cosa molto brutta è che la giornalista ha fatto emergere la sensazione che in Valle tutti abbiano cambiato idea. Nessuno di noi ha cambiato idea. Chi era favorevole è rimasto favorevole, chi era contrario è rimasto contrario. Nell’articolo però si possono leggere solo le valutazioni di chi è favorevole, non c’è nessun contrario all’opera. Mi sembra una operazione un po’ squallida. Si vuole lanciare il messaggio che in Valle non esiste più l’opposizione alla Tav, cosa totalmente falsa. È una operazione molto brutta».
Dello stesso parere è il sindaco-atleta di Borgone, protagonista di una traversata a nuoto in solidarietà con i No Ponte nel 2006, Simona Pognant. «Non è che la valle ha cambiato idea. Una parte della popolazione queste cose le pensa da sempre. Una parte rimane a favore della Tav ma la maggioranza è contro quest’opera, come assolutamente contrari sono gli amministratori–dice–Un articolo del genere esce per dimostrare che oramai la Valle di Susa non è più un problema, che la Tav è stata accettata. Ovviamente non è così. È vero che noi ci sediamo con i nostri tecnici nell’Osservatorio, è vero che partecipiamo al Tavolo politico, ma questo non significa essere a favore e non significa neanche andare a capire come realizzare quest’opera. Non è cambiato nulla, da ieri, da sei mesi fa. L’unica cosa che è cambiata sicuramente è la possibilità di sedersi attorno ad un tavolo per spiegare le nostre ragioni e di vederle scritte su alcuni quaderni, appunto i quaderni dell’Osservatorio, convalidati da tutti».
Per Chiara Sasso: «La giornalista del Corriere della Sera la conosciamo da tempo, non è la prima volta che affonda in malo modo il coltello. Il giorno dopo la manifestazione contro le grandi opere del 14 ottobre 2006 a Roma aveva intervistato a suo modo il sindaco di Almese presentando una valle divisa e pronta a mediare. Che cos’è cambiato da allora? Oggi c’è meno fiducia [quasi nulla], l’eredità che lascia la sinistra dopo due anni di governo è un vuoto e una desolazione assoluta.
Anche per Giorgio Vair, assessore all’ambiente della Comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia quell’articolo: «È sicuramente impostato male e poi se dobbiamo parlare anche del problema dell’occupazione, questo non c’entra con la Tav. Forse le gallerie, se dobbiamo usarle comunque perché le abbiamo ordinate, facciamo prima ad usarle sotto la città di Torino facendo la metropolitana seria e credibile che garantisca il trasporto per centinaia di migliaia di persone, eliminando allo stesso tempo gran parte del traffico urbano dalle strade cittadine»
Devo mettermi a discutere sul ruolo che secondo me dovrebbe avere un giornalista?
Molto più semplice: leggetevi la storia di Roberto Saviano (meglio ancora se leggete il suo libro Gomorra) e poi guardatevi un Porta a Porta. Se proprio trovate difficoltà a capire le differenze, c'è sempre il Tg4.
Berlinguer (non l'eroe di cui abbiamo bisogno)
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Prima di andare a vedere *Berlinguer – la grande ambizione *mi chiedevo
come fossero riusciti a trovare materiale per due ore di film su un
personaggio ...
4 giorni fa
4 commenti:
Ho fatto una ricerca approfondita ai suoi tempi sulla TAV.
La disinformazione è alla base di tutta la vicenda (nessuno sa nulla, tutti vendono quelle che sono solo ipotesi e teorie, cioè FUFFA).
Ma quella che la fa da padrona è la sindrome NIMBY.
Che schifo! Basta con le cazzate, bisogna avere il coraggio di andare avanti a piedi ferme e testa piena e lucida.
Ti chiamerò per un nostro progetto: ora i blogger "stronzi" sono diventati inconsapevoli strumenti di marketing.
Amo questo mondo!
Ah ah ah
Differenti a tutti i costi
(Do il consenso alla cancellazione del mio intervento)
L'intenzione del post era quella di evidenziare un esempio di cattivo giornalismo senza entrare nei meriti della vicenda.
In quanto alla sindrome di Nimby, francamente penso che in questo caso, ed in altri come questi, centri molto poco. Non si tratta di una discarica o di una industria siderurgica, ma di una gigantesca opera pubblica d'interesse nazionale. Se poi a protestare ci sono stati solo gli abitanti della zona (cosa tra l'altro neanche vera, perchè hanno avuto l'appoggio fisico di tanta gente proveniente da tutte le regioni) è perchè secondo me noi italiani abbiamo l'abitudine di sottovalutare i problemi altrui, fino a che non ci riguardano di persona. Forse proprio l'opposto della sindrome Nimby. Ovviamente, non rendendoci neanche conto che certe opere sono finanziate allo stesso modo dal cittadino della Val di Susa come da quello di Nardò o di San Martino di Castrozza.
E siccome non voglio entrare nei meriti della vicenda, mi fermo quì.
NIMBY = Non In My Back Yard
Mi sa che non ci siamo capiti.
Ma non entriamo nel merito.
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