Stavo per inserire un post nel mio blog in serata, ma nel giro di pochi minuti il mio umore è cambiato parecchio, peggiorato. Ho cominciato a cenar tardi e mi sono ricordato che c'era la finale del festival. Non so per quale dannata coincidenza, ogni anno se accendo la tv per 3 volte a casa nel giro dei 5 giorni della gara becco sempre gli stessi brani. Così finisco per ricordarne bene alcuni e non sentirne assolutamente altri. Mai come quest'anno mi è andata bene: ho sempre beccato quei 2-3 che avevo il piacere di ascoltare.
Perfino lui. Ho pensato che avrei cambiato il mio intervento ed avrei inserito il testo della sua canzone, perfetta per la serata tristemente rinnovata. E poi lo avrei omaggiato, comunque fosse andata. Pensavo avesse già cantato. Non lo si poteva relegare di nuovo agli ultimi posti.
Sorteggio beffardo.
Si era conservato anche lui l'esibizione migliore per l'ultima serata. Questa volta niente problemi intestinali, niente grottesche distrazioni dei due presentatori. Ha pronunciato solo 2 "no". E uno "stronzi" prima di cantare. Poche parole ma giuste.
La sua timidezza è scomparsa al suono della prima nota. E' scomparso lui. Lo vedevamo cantare, urlare e stonare sul palco, ma lui non c'era. Lui era dentro la canzone, lui era ormai nell'aria. Il suo corpo era soltanto l'involucro che lo avrebbe riportato nel nostro mondo a fine brano. E potevamo intuire i suoi movimenti leggiadri nel vuoto solo attraverso gli sguardi del suo viso. Ma dove guardava? A cosa diavolo pensava in quegli istanti quel bizzarro e cupo personaggio vestito con dei capi disegnati dalle detenute del carcere di Vercelli?
Voce rauca nella prima strofa, ho pensato che non poteva farcela fino alla fine. Ma è riuscito a schiarirla, ad adattarla.
Alla fine del pezzo avevo gli occhi lucidi.
Lo avrei abbracciato se fossi stato lì davanti a lui.
Ero solo, in cucina, ma ho urlato e alzato il pugno quando lo hanno proclamato vincitore del Premio della Critica. Che da che mondo è mondo, e da che Sanremo è Sanremo, è il premio serio, quello che conta, quello del valore reale.
E andatevi a vedere il post scriptum del mio intervento precedente, del 28 Febbraio. Ve lo avevo detto che ci azzeccavo sempre.
Grazie per il regalo, Francesco. Grazie di cuore.
TRICARICO - "Vita tranquilla"
(di F. Tricarico)
Ho sempre pensato
Quando avrò questo sarò saziato
Ma poi avevo questo…ed era lo stesso
Ho sempre pensato
Troverò il mare e sarò bagnato
Il mare ho trovato… ma nulla è cambiato… nulla
Che cos’è… che io aspetto…
Io… voglio una vita tranquilla
Perché è da quando sono nato
Che sono spericolato
Io… voglio una vita serena
Perché è da quando sono nato… che è
Disperata… spericolata…
Però libera… verd’è sconfinata
Io dovrei… non dovrei
Ho sempre pensato
Quando avrò il cielo sarò stellato
Divenni una stella… ma ero lo stesso
Sempre lo stesso
Ho sempre pensato
Troverò lei e sarò rinato
Lei ho trovato… qualcosa è cambiato
Qualcosa è cambiato
L’ultima illusione non è svanita
Io libero per sempre
Io… voglio una vita tranquilla
Perché è da quando son nato che sono spericolato
Io… voglio una vita serena
Perché è da quando son nato… che è
Disperata… spericolata…
Però libera… verd’è sconfinata
Io dovrei… non dovrei
Io… voglio una vita tranquilla
Perché è da quando son nato che sono spericolato
Io… voglio una vita tranquilla
Perché è da quando son nato… che è
Disperata… spericolata…
Però libera… verd’è sconfinata
Io dovrei… no non dovrei
1 commento:
Troverai lei e sarai rinato
Lei hai trovato… qualcosa è cambiato?
Qualcosa è cambiato?
L’ultima illusione è svanita
Tu libero per sempre
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