mercoledì 7 maggio 2008

Erano solo Poeticherie

Cercavo l'ispirazione per scrivere qualcosa di inedito in questa serata inedita in cui mi sento inebetito. Ma i pensieri sono troppi anche per la mia testa abituata a gestirne tanti tutti assieme. Il vento, oggi, è troppo forte: difficile tenerli uniti.

Così, alleggerito da una bibita inedita anch'essa per il mio corpo ed il mio sangue, scopro la quasi perfetta sequenza di versi adatta a questa giornata, sintetizzata nel seguente specchio


- Era MON AMOUR / ora Eva Mon Amour -


che non sfigurerebbe sulla pagina della Sfinge di una Settimana Enigmistica (che nel mio caso sarebbe in realtà una decade).

Due svolte, due elementi di cambiamento, due emozioni, due finali identici. IDENTICI.

Beccatevi il testo di "Rum & Pera" degli ormai ex Cappello a Cilindro, che sarebbe tutto un marcare in neretto. Ci penserà chi di dovere a capirlo.
Per tutti gli altri: per la soluzione dell'enigma contattatemi quando sarò meno brillo.

Così diverso e distratto da te e da nuvole troppo pesanti
quattro bicchieri per spiegarti com'è che ancora non riesco a slegarti
Fogli già pieni di certi va beh, potremmo un minuto sederci
per rovistare con tranquillità nei ciao come vanno i ricordi e i suoi tarli

Vestiti vestimi di avarie e di giorni passati a sposarti
vestiti vestimi di vai via che magari mi giro a guardarti

Foto di vicoli e notti per me che ho lasciato alle mani i suoi schiaffi
lo strofinarmi nervoso i contorni degli occhi e dei baffi
Ecco una scusa un altro va beh, non è che hai trovato i miei denti
io li ho lasciati attaccati da te al tuo nome più giusto di tanti commenti

Vestiti vestimi di avarie e di giorni passati a sposarti
vestiti vestimi di vai via che magari mi giro a guardarti
Vestiti vestimi di avarie e di giorni passati a sfiorarti
vestiti vestimi di vai via che magari poi smetto di amarti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho visto nessuno
andare incontro a un calcio in faccia
con la tua calma, indifferenza
sembra quasi che ti piaccia

camminare nella pioggia
ti fa sentire più importante
perché stare male è più nobile per te

ricordati che c'è
differenza tra l'amore e il pianto
fatti un regalo almeno ogni tanto e poi se puoi

fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
cerca un modo per difenderti
una ragione per pensare a te

la vita può cambiare in un momento
mi fa paura e anche se
il pavimento del paradiso sei per me…

fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
c'è soltanto un modo per riprendersi
lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi…

e qual è il grado di dolore
che riesci a sopportare
prima di fermare l'esecuzione
e chiedere soccorso a me
che non ti do
un motivo ancora per restare
nella storia di una storia che non c'è.

fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
cerca un modo per difenderti una ragione per pensare a te

lasciarsi un giorno
lasciarsi un giorno a roma
un giorno lasciarsi
e poi dimenticarsi
lasciarsi un giorno
lasciarsi un giorno a roma
un giorno a roma
lasciarsi e poi dimenticarsi

Niccolò Fabi (1998)
Lasciarsi Un Giorno A Roma

Anonimo ha detto...

E' probabilmente la mia canzone preferita di Niccolò Fabi (se la gioca con "Mimosa"). Fino a qualche anno fa la suonavo "acustica" con la mia vecchia chitarretta, a modo mio ovviamente, e mi ricordo che nonostante venisse davvero una schifezza io mi commuovevo sempre tantissimo, spesso fino al limite del pianto.

Adoro la prime 4 righe.

Pochi giorni fa, mentre ero seduto sull'orlo di una fontana in pietra non in funzione, guardava lontano le prime luci della sera e per un attimo mi è tornata in mente.