domenica 11 maggio 2008

Intervallo

Difficile spiegare le sensazioni di questi giorni. Ed infatti non lo farò. O almeno non ora.
Mi limiterò a scrivere in questo intervento che con molta probabilità sarò assente per un po' di tempo, al momento impossibile da quantificare.

Tantissimi i temi che mi piacerebbe affrontare (come previsto, il nuovo assetto politico italiano regala già enormi spunti) ma per ora ho la necessità e l'urgenza di preparare e concludere una trasformazione. L'ennesima.

Lascerò questa città nel giro di pochissimi giorni. Con essa tutto il resto.
Me ne aspetta un'altra, dove non troverò più il Tutto ma ci sarà il resto.

I miei saluti ufficiali li farò anche quì, prima di andar via definitivamente. Quando mi renderò conto davvero di quello che sta succedendo.

"Era la mia città, la città vuota all'alba,
piena di desiderio.
Ma il mio canto d'amore,
il mio più vero
era per gli altri una canzone ignota."

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Resti ancora lì non per la poesia, la bellezza, la calma, resti perché fuori è notte, mare o distanza.
Per quel sentimento che pochi hanno il coraggio di rendere esplicito: un disagio, come una tenue malattia. Non paura.
Piuttosto un misto di insicurezza e di struggimento, come sentirti profugo in una città che era tua e avere nostalgia della tua stessa città, che è quella stessa, ma in un altro momento che non sia questa maledetta sera ostile, questa notte, con le sue onde malefiche che vibrano pronte a scatenarsi.
(da L'angelo nero, A.Tabucchi)

Anonimo ha detto...

Credo sia arrivato il momento di leggere Tabucchi.
Anche se temo d'innamorarmene.

Anonimo ha detto...

Non credo. A volte parla di te.




Forse te ne innamoreresti all'inizio. Ma poi ne fuggiresti.
Dopotutto tu insegni che è difficile, spesso impossibile, resistere all'urto di una folata di verità, quando questa diventa pesante di consapevolezza.